Charlie
20.04.2005 – 18.03.2021
Non volevo lasciarti andare, Charlie.
Ti chiederai: “ Perché lo hai fatto fatto? Ci volevamo tanto bene!”.
Charlie, un Cavalier King Charles, è nato a Rubiera (RE), presso l’allevamento «My Way Kennel».
E’ arrivato a Monza in treno, accompagnato, con il trasportino, da Alice, che lo ha sempre seguito e che gli era affezionata, il 17 Luglio 2005, sotto un torrido sole estivo.
I primi, incerti passettini li ha mossi sul piazzale della stazione Ferroviaria, una volta aperta la porticina del trasportino.
Allora, avevo la «Seicento», di nuova generazione.
Io mi sono messa alla guida, mentre Patrizia, le colf, lo teneva sulle sue ginocchia.
Spesso tendevo la mano, per accarezzare quel batuffolino cardo, che mi guardava, come intuisse che ero io la sua mamma.
Ci siamo fermati di fronte alla Farmacia «Triante», a quei tempi «Spina», dove ha conosciuto il Signor Alberto Arosio, che sarebbe diventato il suo primo dog-sitter.
A casa, ha marcato il territorio e si intrufolava dietro i mobili, se possibile, tanto che, affinché non rimanesse incastrato, li ho cambiati, almeno in parte.
Rosicchiava tutto quello che gli capitava sott’occhio, a iniziare dalla cuccia di stoffa, da principino.
Attorno a diversi mobili, sono stata costretta a farmi costruire delle protezioni in compensato bianco, come pure attorno al tetto matrimoniale, altrimenti si cacciava sotto ed era difficilissimo prenderlo.
Persino il filo dell’ADSL aveva mordicchiato, con i suoi dentini aguzzi, al punto che non funzionava più Internet e ho dovuto chiamare i tecnici.
Subito, si sono accorti che il tutto era dovuto al fatto che Charlie li aveva distrutti in diversi punti, sicché, una volta cambiati, li ho fatti murare, perché non fosse più attratto.
Era vivacissimo.
Una notte, mentre stavo dormendo, ho sentito provenire dal bagno un forte tonfo.
A furia di divertirsi a girare attorno, Charlie lo aveva fatto cadere, con il rischio di farsi male.
Era attaccatissimo a me.
Vivevamo in simbiosi. Io per lui e lui per me.
Quando, alla mattina presto, dopo avergli fatto fare un breve giretto, chiudevo la porta blindata, cartella in mano, per andare a insegnare all’università, non sopportava di rimanere da solo per circa un’oretta.
Ululava e grattava l’uscio, con le sue unghiette affilate, finché mi sono decisa a far applicare, sino ad una data altezza, una lastra di materiale antigraffio.
Verso le 7.30, arrivava il Signor Alberto Arosio, al quale scrivevo, su un foglio, quello che andava fatto.
Telefonavo al Signor Alberto Arosio, sia intorno alle 8.00, sia intorno alle 13.00, dopo la seconda passeggiata, per sentire com’era andata.
Verso le 16.00, facevo ritorno a casa e mi trovavo i suoi bisognini sparsi dappertutto.
Aveva pannoloni e giornali, sui quali accomodarsi, ma, non sopportando la mia lontananza, per dispetto faceva i suoi bisognini al di fuori.
Però, non l’ho mai sgridato, in quanto capivo che era una conseguenza del suo amore sviscerato nei miei riguardi.
Nell’Ottobre del 2006, purtroppo, il Signor Alberto Arosio ha dovuto subire un’intervento di ernia inguinale e a lui è subentrata la Signora Anna Mauri Quaranta, che lo adorava nel vero senso della parola, che lo prendeva in braccio anche per strada, che lo ospitava a casa sua, persino a dormire sul suo letto.
A parte un’operazione di ernia ombelicale, Charlie è sempre stato un cagnolino sano e forte.
Con il trascorrere degli anni, tuttavia, gli si era formata sul dorso una cisti sebaceo-cheratinica, che, a un certo punto si era ingrossata e che era improvvisamente scoppiata, lasciandolo in sangue vivo.
Al posto della cisti, si formava una crosta, ripiena di pus, sempre più larga.
Perché non si infettasse, gli facevo indossare delle canottiere da bambino di 2-3 anni, ma, un pomeriggio, nel sollevargli la maglietta, per applicarli una crema per la riepitelizzazione cutanea, la crosta si è alzata, formando una sorta di conce, colma di pus.
L’ho portato immediatamente alla Clinica Veterinaria «Città di Monza», dove la Dottoressa che l’ha visitato, oltre a tagliargli i bordi e a disinfettarlo, mi ha consigliata di fargliela togliere.
Il 4 Dicembre 2019, dopo che Elisa Riboldi e Francesca Somaschini si erano accertate che gli esami clinici andassero bene, è stato operato, presso l’Ambulatorio Veterinario «Cavallotti», dal Dottor Maurizio Oltolina, del Parco Faunistico «Le Cornelle», di Valbrembo (BG).
Gli avevo preparato un’immaginetta di San Francesco di Assisi, avendolo messo sotto la sua protezione sin dalla nascita, inserita in una bustina di plastica, forata in cima, per far passare un nastro di corda e legargliela al collo.
Avevo anche ordinato una medaglietta del Santo, che non è mai riuscito a portare.
L’intervento è riuscito positivamente, Charlie si è risvegliato quasi subito e ha salito, senza fatica, dli otto, stretti e ripidi gradini della casa dove abitavo allora, in Via Monte Cervino, 2.
Subito dopo, tuttavia, si è verificata una reazione ai punti interni, e, perciò, ho dovuto portarlo, almeno per due settimane, in ambulatorio, per le medicazioni.
E’ guarito così bene, che, inaspettatamente, sopra la cicatrice, è cresciuto pure il pelo.
Verso fine Maggio, poco prima di trasferirci, ha avuto un attacco di cistite acuta e orinava sangue puro, in continuazione.
Grazie a un preparato apposito, ordinato dalle due bravissime veterinarie, alla sera l’orina era diventata quasi interamente di colore normale e l’episodio non si è più ripetuto.
Il 30 Maggio, mi sono trasferita in Via Valsugana, 36, in un palazzo appartenente al vecchio contesto abitativo del quadrilocale familiare, di via Valsugana, 38/A, dove Charlie si era sentito immediatamente a suo agio, avendo ritrovato i suoi terrazzi coperti triangolari, in cui andava a sdraiarsi.
Ma, purtroppo, la felicità è durata poco.
Infatti, oltre quindici anni prima, ero stata redarguita dall’uomo delle pulizie, egiziano, di questo immobile, per essere responsabile di gettare le feci del cane nella cassetta della pubblicità.
Cosa ben lungi da me!
Il guaio è che mi ha diffamata presso tutti i condomini, spargendo la voce che lo facevo pure adesso.
Soprattutto Daniela Corno, una dei tre consiglieri, che occupa l’appartamento sopra al mio, si lamentava, con l’Amministratore Valerio Sormani, di sentire «acri e penetranti odori», provenienti da casa mia, a causa della presenza dell’innocente Charlie.
Una mattina, ha fatto visitare la mia casa dalle assistenti sociali, girando, da padrona, da una stanza all’altra, per verificare dove il cane sporcasse.
Le assistenti sociali non hanno avvertito alcuna puzza.
Eppure, lei, non ha fatto che assillarle ogni giorno con ripetute telefonate, finché, non appena vedevano lampeggiare il suo numero, non rispondevano più.
Ha tentato di far uscire l’Ufficio igiene, impossibilitato a muoversi, in periodo di vaccinazioni antinfluenzali e di Covid.
Nel frattempo, ho ricevuto lettere di minaccia dall’agente immobiliare, che mi ha inoltrato un’e-mail dell’Amministratore, la quale confermava la richiesta dei condomini del mio allontanamento forzato, ma che aggiungeva frasi in cui mi spronava ad andarmene in fretta, altrimenti sarebbe stata la guerra, in quanto, nel palazzo, nessuno mi poteva vedere.
Verso la fine di Novembre del 2020, i tre consiglieri, il mio agente immobiliare e mio fratello, hanno tenuto, a mia insaputa, una riunione non autorizzata, in prossimità del Canale Villoresi, distante dalla zona in cui risiedo, per non farsi notare, eventualmente, da me, sparlando alle mie spalle.
In occasione dell’incontro, è emerso anche il nome di chi, per primo, è stato la causa dell’odio della maggior parte dei condomini verso di me e verso Charlie, nome del quale ero già certa.
La risposta di mio fratello è stata questa: «Mah! Io non vedo cosa faccia mia sorella per strada. Può darsi benissimo che sia stata lei a gettare le feci nel cane nella cassetta della pubblicità»
Il guaio è che della riunione sono venuta a sapere qualcosa, a spizzichi, appena tre mesi dopo qualcosa, dalla bocca di mio fratello, che se n’è ben guardato dal rivelare il nominativo, limitandosi a dire di chiederlo a Demetrio Bezza, l’agente immobiliare.
Davanti a mio fratello, glel’ho chiesto, ma lui mi ha, prontamente, avvertita che, se lo avessi messo di mezzo, mi avrebbe denunciata.
Intanto, valutata la situazione insostituibile, avevo messo in vendita il mio trilocale.
Gli animali – si sa- sono esseri senzienti e, come tali, percepiscono l’ansia, i disagi e finiscono per star male.
Me l’hanno fatto morire!
Infatti, Charlie, proprio subito dopo quella riunione, che già camminava lentamente, ha avuto difficoltà a reggersi sui posteriori, poi anche sugli anteriori.
Le sue passeggiate si limitavano a una brevissima uscita di fronte a casa e ritornava indietro subito dopo essersi scaricato.
Gli avevo anche acquistato un passeggino per cani con difficoltà deambulatorie, prendendolo in braccio e posandolo delicatamente a terra, nei punti «strategici» pe lui.
Gli piaceva essere portato fuori con il passeggino e girava la sua testolina a destra e a sinistra, osservando quanto vedeva.
Il 17 Marzo 2021, è precipitato.
Ha incominciato a non mangiare più.
Cercava di andare a bere, ma non ce la faceva.
Strisciava sulla pancina e si lamentava.
Alla sera, notate le pessime condizioni, ho chiamato la Signora Tina Arosio, moglie Alberto.
Gli abbiamo inumidito i croccantini, ma ne ha ingoiati pochissimi.
La notte è stata infernale.
Non l’ho visto più sulla cuccia e l’ho trovato sotto a una sedia di un’altra stanza, come fanno gli animali, quando stanno male dappertutto.
Pipì e pupù dappertutto e io a pulire.
L’ho messo nel mio letto.
Il cuoricino batteva a cento all’ora e il respiro era molto affannoso.
Alla mattina del 18 Marzo 2021, ho telefonato alle veterinarie, che mi hanno fissato l’appuntamento per le 10.00.
Lungo la strada, ha fatto diarrea di puro sangue.
Nonostante tutto, ero fiduciosa che Elisa e Francesca avessero un preparato che migliorasse la situazione e che Charlie si riprendesse, come altre volte.
Al contrario, non c’è stata altra scelta che l’eutanasia.
Le mucose erano pallide e Charlie sarebbe morto presto.
Appena gli è stato iniettato il sedativo, Charlie, sfinito, ha stravoltato gli occhi, diventati tutti bianchi, da grandi neri ed espressivi che erano, e ha tirato fuori la punta raggrinzita di quella linguetta, che tante volte mi aveva dato i bacini.
Quanto gli è stato iniettato il farmaco fatale, Charlie non si è accorto di nulla e ha smesso di soffrire per sempre.
Ora, sono letteralmente disperata.
Lo cerco, lo chiamo, piango.
Tutto mi ricorda lui, anche le matassine di pelo per terra, che ho conservato.
Per fortuna, dolcissimo Charlie, che un giorno ti raggiungerò, sul Ponte dell’Arcobaleno!
Proprietario: Marisa Malvasi
ciao Charlie ❤️
Grazie a tutti gli operatori de «Il fido custode», che mi hanno aiutata ad inserire un ricordo del mio adorato Charlie, nel Cimitero virtuale.