In cinque anni la flessione dovuta alla diffusione nelle case. Confagricoltura: “Attività agricola poco redditizia”
Negli ultimi cinque anni 60 allevamenti di conigli su 100 hanno chiuso i battenti. Una crisi dovuta soprattutto al mutato atteggiamento del consumatore verso gli animali in altre parti d’Europa tenuti in casa come fossero cani o gatti. Il tema è stato al centro di un incontro di Confagricoltura Treviso con il nuovo vescovo, Michele Tomasi, presidente regionale dell’organizzazione Lodovico Giustiniani, dedicato al benessere animale. “Molti stanno chiudendo gli allevamenti dei conigli – ha detto Giustiniani – che sono visti sempre più come animali da compagnia. Noi in realtà da molti anni poniamo una grandissima attenzione al benessere animale, ma chi vive nella realtà urbana ha una conoscenza sempre meno approfondita delle dinamiche della campagna”. Un’attività poco redditizia Per Cristiano Diotto, presidente dei cunicoltori di Confagricoltura Treviso, la flessione del consumo della carne di coniglio si deve tuttavia solo in parte all’accresciuta sensibilità animalista. “Stiamo parlando di un comparto di nicchia – spiega – rivolto ad un animale non facile da allevare e che richiede investimenti importanti. Quindi di un’attività che è stata progressivamente abbandonata a favore di attività agricole più redditizie”.
In Italia la moda del coniglio come animale da compagnia si è diffusa nei primi anni 2000, ma senza vederlo mai escluso dal piatto. Negli anni ’80 in Usa era già adottato come animale domestico: risale al 1988 la House Rabbit Society, l’associazione fondata in California considerata un modello per tutti gli appassionati.
La specie, Oryctolagus cuniculus, conta almeno una sessantina di razze – dal nano al gigante, passando per angora, ariete, rex, testa di leone e molti altri – tutte razze selezionate artificialmente che vengono spesso accolte in casa, anche grazie alle dimensioni contenute. Pur non esistendo un’anagrafe, si stima che nel nostro Paese il coniglio siatra i primi posti nella classifica degli animali da affezione preferiti, dopo pesci, cani e gatti, rientrando così nella conta (assieme ai rettili) degli oltre 3 milioni nel mercato del pet care. Le abitudini del coniglio Spesso lo si preferisce a cane o gatto in casa, perché apparentemente autonomo, facile da accudire – si pensa – magari senza particolari cure mediche. Ma non è così. Il coniglio è un animale sociale, abituato a vivere in colonie, ed è quindi raccomandabile non lasciarlo sempre solo, optando magari per l’adozione di due esemplari tra i tanti abbandonati e reperibili presso le associazioni zoofile. Inoltre, non può vivere in gabbia e ha bisogno di cure e attenzioni per adeguarsi alla convivenza “in famiglia”, dall’uso della cassetta igienica fino alla dieta corretta. Si tratta di un animale erbivoro, appartenente alla famiglia dei lagomorfi e non dei roditori come si è soliti pensare, che può arrivare a dieci anni ma in casa spesso non sopravvive oltre i 3-4. Ha bisogno di scavare ed esplorare lo spazio, cosa che non sempre in casa può avvenire sotto l’occhio attento del padrone evitando danni a oggetti e arredi.
da repubblica.it
Il Fido Custode sepolture e cremazione per animali d’affezione
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