Sta facendo il giro del mondo la notizia degli uccelli morti a Roma per i botti di Capodanno. Dopo le foto e i video apparsi nella notte in rete e le notizie diffuse in mattinata, in tanti hanno gridato a lungo alla bufala, narrando di una foto legata ad un altro accadimento. Come abbiamo spiegato nel nostro primo articolo, le immagini degli uccelli morti, diffuse da più utenti oggi, avevano sicuramente una collocazione diversa rispetto ai fatti del febbraio 2020, quando su viale del Policlinico la caduta di un albero provocò la morte di diversi uccelli.
Nel caso odierno i fatti sono riferibili alla zona della stazione Termini. Nel corso della mattinata, altri uccelli sono stati ritrovati privi di vita nel cuore della Capitale, come dimostrano le foto scattate dal fotografo dell’agenzia Ansa. Sin da subito abbiamo avanzato l’ipotesi di storni impauriti e disorientati, morti o a seguito dell’impatto contro le finestre, contro i cavi dell’alta tensione oppure dopo essersi scontrati tra loro o a seguito di infarti provocati dallo spavento per i botti.
La spiegazione della Lipu
A spiegare cosa è successo arriva ora anche la Lipu che conferma, una volta di più, la veridicità della notizia. “Purtroppo si, è successo stanotte a Roma nei pressi della Stazione Termini”. Uccelli morti sono stati ritrovati anche in via Nazionale, piazza Esedra e via dei Fori Imperiali. “Nella zona di Roma Termini”, spiega Lipu, “c’è un grosso dormitorio. Gli storni sono animali sociali e la notte formano dei dormitori sulle alberature che possono arrivare a contare molte migliaia di individui. Ieri notte l’esplosione dei botti ha spaventato gli animali che si sono alzati in volo contemporaneamente, in maniera disordinata e al buio e molti individui hanno sbattuto tra di loro e contro i fili sospesi e le barriere architettoniche tipiche del centro città. Questo ha causato la morte di un centinaio di individui e il ferimento di altri”.
All’obiezione “i botti ci sono sempre stati perchè è successo solo quest’anno?”, Lipu replica: “Gli storni negli ultimi anni hanno diminuito la loro presenza in centro a Roma, forse anche come conseguenza degli interventi di dissuasione operati ormai da quasi venti anni. Negli ultimi due anni, al 31 dicembre, non c’era nessun dormitorio presente o comunque non così numeroso. Quest’anno invece gli storni sono tornati al centro di Roma e non essendo stato fatto nessun intervento di dissuasione sono rimasti sul posto fino ad oggi in grandissimi numeri. E’ per questo motivo che è successo quest’anno. Episodi simili si sono registrati comunque anche negli anni passati soprattutto tra il 2003 e il 2010 quando la presenza di questi animali a Roma era davvero importante”.
Già in passato la Lipu aveva denunciato: “Riguardo gli animali selvatici, in particolar modo per l’avifauna che spesso non viene considerata, lo scoppio dei fuochi artificiali in piena notte provoca danni inimmaginabili; nell’avifauna selvatica un botto causa uno spavento tale che può provocare la morte per infarto o li induce a fuggire dai dormitori costituiti da alberi e siepi (da qui l’importanza del verde urbano e di non capitozzare drasticamente le chiome degli alberi), e a volare al buio alla cieca anche per chilometri, andando a morire addosso a qualche muro o cavo elettrico; quelli che riescono ad atterrare o a posarsi su un manufatto, spesso muoiono investiti dalle automobili o assiderati a causa delle rigide temperature invernali ed alla mancanza di un riparo. Gli uccelli recuperati ancora vivi che vengono di solito portati ai Centri di recupero fauna selvatica , incrementano i costi per le cure e gli orari di lavoro ai danni dei volontari, cosa che può benissimo essere evitata con il divieto dell’uso di tali fuochi”.
Dal web
Il fido custode, sepoltura e cremazione per animali d’affezione
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